II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Omelia (04-12-2022) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Conversione e vita da redenti
Fonte : www.lachiesta.it |
Omelia (04-12-2022) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Conversione e vita da redenti
Fonte : www.lachiesta.it |
Omelia (11-12-2022) |
don Michele Cerutti |
Questa notte non è più notte davanti a te, il buio come luce risplende
Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia (18-12-2022) |
Missionari della Via |
Commento su Matteo 1,18-24 Matteo, in questo suo Vangelo, ci mostra la reazione di Giuseppe, alla gravidanza di Maria sua promessa sposa. Giuseppe, cerca una soluzione giusta per risolvere questo grande problema che gli si pone davanti; e lo fa in silenzio. Non una parola proferita da Giuseppe, tutto nel suo cuore, nessuna confidenza ad altri, nessuna lamentela. Solo un grande silenzio, niente chiasso, niente gesti inconsulti, ma un silenzio che lascia il posto alla Parola di Dio: un silenzio sostanziale. La figura di Giuseppe, uomo avvolto nel silenzio, ispira anche a noi quel silenzio che dà tanta pace all'anima. Oggi vogliamo dunque mettere in risalto il silenzio di Giuseppe, che non deriva dalla distrazione o da un pensiero assente perché rivolto ad altre cose, ma un silenzio che nasce dalla contemplazione che è condizione che rende possibile la cura della propria interiorità che si apre a quella vita soprannaturale che ognuno di noi possiede! Grazie al suo silenzio e alla sua rettitudine Giuseppe poté così udire la voce dell'angelo. Lui era chiamato, insieme a Maria, a formare quella famiglia chiamata ad accogliere e a far crescere il Figlio di Dio, dono per tutta l'umanità. «Così Giuseppe prende con sé la madre e il bambino, preferisce l'amore per Maria, e per Dio, al suo amor proprio. La sua grandezza è amare qualcuno più di se stesso, il primato dell'amore. Per amore di Maria, scava spazio nel suo cuore e accoglie quel bambino non suo. E diventa vero padre di Gesù, anche se non è il genitore. Generare un figlio è facile, ma essergli padre e madre, amarlo, farlo crescere, farlo felice, insegnargli il mestiere di uomo, è tutta un'altra avventura. Padri e madri si diventa nel corso di tutta la vita» (Ermes Ronchi).
Fonte: www.qumran2.net |
Omelia |
padre Gian Franco Scarpitta |
Il Regno è della croce
Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia |
don Lucio D'Abbraccio |
Rinunciamo a Satana e a tutte le sue opere e seduzioni!
Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia |
padre Antonio Rungi |
Dal pozzo di Giacobbe alla piscina di Siloe: la samaritana e il cieco nato
Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Giovanni 11,1-45
Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia |
don Lucio D'Abbraccio |
Impariamo a salire e a scendere!
Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia |
padre Gian Franco Scarpitta |
Lo sposo e l'acqua viva Fonte : www.lachiesa.it |
Omelia (05-04-2020) dal sito laChiesa.it |
don Roberto Seregni |
Un re crocifisso Carissimi amici, dopo una quaresima davvero indimenticabile, siamo arrivati alla domenica delle Palme. Quest'anno non sventoleremo rami di ulivo, ma le nostre paure e le nostre solitudini; non faremo processioni verso le nostre chiese, ma santificheremo con pazienza e amore i corridoi e le stanze delle nostre case; non potremo riunirci come comunità, ma potremo trasformare le nostre case in chiese domestiche in ascolto della Parola. Quest'anno il Signore ci chiama a una profonda conversione per vivere questa Settimana Santa ?rivestiti di Cristo? (Rm 13,14) in comunione con tutti quelli che stanno lottando, soffrendo e sperando. Vorrei fermare la vostra attenzione sull'iscrizione posta sulla Croce di Gesù:?Costui è Gesù, il re dei Giudei?. È vero: Gesù è re, ma è un re completamente diverso dalle attese dei suoi discepoli. Un re che sorprende. Un re che dobbiamo ancora imparare a conoscere, a amare, a contemplare. É un re che entra a Gerusalemme non con un cocchio regale, ma con un asinello dato in prestito. È un re che tra il tradimento di Giuda e l'annuncio del rinnegamento di Pietro, dona tutto se stesso nel pane spezzato e nel calice della nuova alleanza. É un re che si spoglia delle sue vesti e tra gli sguardi sbigottiti dei presenti si mette in ginocchio e inizia a lavare i piedoni dei dodici discepoli. É un re fragile e indifeso come ogni uomo. É un re solo, abbandonato dai suoi amici. É un re senza trono e senza scettro, nudo e irriconoscibile, appeso ad una croce. É un re che ha bisogno di un cartello per essere riconosciuto. È un re che muore nella piú completa solitudine, come sono morti tutti gli infettati del coronavirus. Questo è senza dubbio uno dei tratti piú misteriosi e stupendi della Croce: Gesù condivide l'abbandono, la solitudine, la povertà e la morte con tutti i crocifissi della storia. Gesù non ci salva dalla morte, ma nella morte, ci salva condividendo radicalmente la nostra povertà e fragilità. Questa è la grandezza dell'amore di Gesù. La sua debolezza è il segno piú luminoso della potenza del suo amore. Un abbraccio don Roberto |