Come i sacedoti non impazziscono – La comunione spirituale

Inserito in Rubrica Spirito e Vita.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 
COME I SACERDOTI NON IMPAZZISCONO – LA COMUNIONE SPIRITUALE
Dal Diario di Santa Veronica Giuliani
 
Ogni volta che mi comunicavo, sentivo accendermi il desiderio di volere quanto prima comunicarmi di nuovo, e facevo detta Comunione per ringraziamento della medesima, e l'applicavo per preparazione per la Comunione che dovevo fare tra pochi giorni. La notte avanti di comunicarmi, non era pericolo di poter riposare. Tutta la notte la passavo in orazione, in penitenze e stavo un poco, e invitavo il Signore. Oh! Dio! Delle volte con questi inviti facevo poi bene spesso le comunioni spirituali e vi sentivo tal gusto e tali effetti, come fossi stata comunicata corporalmente. Appena lo chiamavo che subito lo sentivo dentro del cuore. Io non capisco e non potevo comprendere come potevate fare voi sacerdoti a tenere quel Dio fra le vostri mani e non impazzire d'amore. Questo solo pensiero facevami uscire di me. Molte volte ne avevo così ardente desiderio e lo dicevo al confessore; ma esso, che doveva conoscere che non fosse puro desiderio, mi privava della Comunione; ed io lo sentivo e non poco. Offerivo a Dio quell'atto di obbedienza. Così restavo con pace come se fossi comunicata. Più volte, nell'atto che stavo per comunicarmi il confessore mi discacciava, perché doveva forse vedere che non ero preparata a ciò. Ed in effetti facevo un poco riflessione, e conoscevo che non ero degna di tal grazia. Ma oh! Dio! quanto mi dispiacesse per altro canto non posso con la penna spiegarlo. Bensì che tanto ero contenta, perché facevo quell'atto di obbedienza. E qualche volta, dopo che il confessore mi aveva così scacciata e non voleva darmi la santa Comunione, la facevo spiritualmente ed il Signore mi si comunicava come se l'avessi fatta corporalmente. Si faceva sentire e dicevami: Mia cara, io ho avuto sommo gusto di questo tuo disgusto. Ma sta posata, ché son venuto da te. Mi faceva capire per via di comunicazione che, se io volevo stare tutta disposta al suo volere, stessi morta a quanto mi comandava chi stava in suo luogo. Nell'obbedienza pronta facevo la sua volontà.
Di questo divin Sacramento avrei voluto che tutti ragionassero, acciò una volta avessero ben penetrato questa grande invenzione di amore che ha trovato Iddio per restare con noi per cibo delle anime nostre, a nostro pro! Oh! Dio! È un punto che fa impazzire il sol pensarci. Oh! pensate chi lo riceve con sentimento! E chi con vero sentimento lo tiene nelle mani come voialtri sacerdoti! Io penso che non siate in voi in quell'atto della consacrazione, oppure vi sentiate mutati in un Dio medesimo. Son dell'avviso che diveniate come fuoco, e, tenendo fra le mani il divino amore, penso che abbruciate tutti, e che non possiate spiegare con parole quanto in quel punto fa ed opera il divino facitore nelle anime vostre.
Io delle volte fra me faccio un poco di discorso, e vado pensando che, se davvero ci pensassimo a questa opera divina, certo che si impazzirebbe per la veemenza e forza che dà un tanto amore. Oh! Dio! Il nostro cuore diviene tempo della Santissima Trinità. Si può dire di esso in quell'atto della Comunione: Ave templium totius Trinitatis. Quello che mente umana non può capire, viene ad intrinsecarsi ed unirsi colle anime nostre, e farsi una stessa cosa con noi. E chi mai non si risolverà ad amare chi tanto ci benefica e ci ama? E come si ha da fare per riposare la notte avanti, chi pensa a ciò? Io non credo che si abbia voglia del riposo del corpo, ma che tutti i nostri pensieri siano, come si può fare per prepararsi ad un tanto bene. Io pe me credo che voialtri sacerdoti non dormite mai né possiate cibarvi d'altro cibo che di cose spirituali. Credo che qui solo troviate il vostro sostentamento, e questo divinissimo cibo del Sacramento sia a tutti voi sostentamento vitale, che non gustiate altro. E mi pare anche a me, ché il giorno di Comunione non ho bisogno d'altro cibo. Se pure piglio un boccone di pane, lo faccio per non dare ammirazione e per obbedire: del resto non ho bisogno di altro cibo. E questo che dico ora, è un pezzo che mi sento così, ed è anche di presente lo provo. Con tuttoché mi trovo nello stato che loro sanno, tanto il divino Sacramento mi fa quanto qui dico. Non sto a dire altro, perché sopra questo sol punto vi vorrebbero fogli sopra fogli per raccontare tutto quello che esso divino amore fa colle anime nostre in questo divino mistero. Ho detto queste quattro parole: non mi sono accorta d'aver detto ciò, e non so come mi siano entrate in questo racconto. Sia tutto a gloria di Dio e per adempire il suo santo volere.

Tags: sacerdoti santa veronica giuliani comunione spirituale

Ti può interessare