III DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)

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Omelia (26-04-2020)
Sant'Agostino (354-430) vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa



Discorso 235; PL 38, 1117 (Nuova Biblioteca Agostiniana, riv.)
“Resta con noi”

Orbene, fratelli, quand'è che il Signore volle essere riconosciuto? All'atto di spezzare il pane. È una certezza che abbiamo: quando spezziamo il pane riconosciamo il Signore. Non si fece riconoscere in altro gesto diverso da quello; e ciò per noi, che non lo avremmo visto in forma umana ma avremmo mangiato la sua carne. Sì, veramente, se tu - chiunque tu sia - sei nel novero dei fedeli, se non porti inutilmente il nome di cristiano, se non entri senza un perché nella chiesa, se hai appreso ad ascoltare la parola di Dio con timore e speranza, la frazione del pane sarà la tua consolazione. L'assenza del Signore non è assenza. Abbi fede, e colui che non vedi è con te.

Quanto invece a quei discepoli, quando il Signore parlava con loro, essi non avevano più la fede perché non lo credevano risorto e non speravano che potesse risorgere. Avevano perso la fede e la speranza: pur camminando con uno che viveva, loro erano morti.

Camminavano morti in compagnia della stessa Vita! Con loro camminava la Vita, ma nei loro cuori la vita non si era ancora rinnovata. E ora mi rivolgo a te. Se vuoi ottenere la vita fa' quello che fecero quei discepoli, in modo che ti sia dato riconoscere il Signore. Essi lo invitarono a casa. Il Signore fece finta d'essere uno che doveva andare lontano, ma loro lo trattennero. (…) Accogli l'ospite, se desideri riconoscere il Salvatore. (…) Imparate dov'è da ricercarsi il Signore, dove lo si possiede, dove lo si riconosce: è quando condividete il pane.