INTRODUZIONE
Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità. Con assoluta precisione teologica possiamo dire :
"Lo Spirito Santo è l’Amore che ha il Padre per il Figlio e il Figlio per il Padre. Infatti il Padre da tutta l’eternità contempla se stesso e così genera il Figlio; Padre e Figlio da tutta l’eternità scambievolmente si amano e così producono lo Spirito Santo, che è il loro sostanziale Amore".
Inoltre lo Spirito Santo è l’ispiratore delle Sacre Scritture, che come ci dice San Paolo nelle sue lettere a Timoteo "Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l`uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona".
Nei libri del Nuovo Testamento la dicitura "Spirito Santo" è presente ben 92 volte. Nei libri del Nuovo e Vecchio Testamento la dicitura "spirito di Dio" è presente 26 volte. Altre diciture sono applicate a quello che è l’Amore di Dio, ma più che ricercarne una valenza statitistica è bene capire quanto esso sia presente nella vita dell’uomo che desidera ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica. Non a caso sta scritto negli atti degli apostoli(1,3) "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra".
Dall’Enciclica di Giovanni Paolo II "Dominum et vivificantem" possiamo apprendere :
La Chiesa professa la sua fede nello Spirito Santo come in colui "che è Signore e dà la vita". Così essa professa nel Simbolo di Fede, detto niceno-costantinopolitano dal nome dei due Concili (di Nicea (a. 325) e di Costantinopoli (a. 381) ), nei quali fu formulato o promulgato. Ivi si aggiunge anche che lo Spirito Santo "ha parlato per mezzo dei profeti". Sono parole che la Chiesa riceve dalla fonte stessa della sua fede, Gesù Cristo.
Difatti, secondo il Vangelo di Giovanni, lo Spirito Santo è donato a noi con la nuova vita, come annuncia e promette Gesù il grande giorno della festa dei Tabernacoli: "Chi ha sete venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno".E l' evangelista spiega: "Questo egli disse riferendosi allo Spirito, che avrebbero ricevuto i credenti in lui". È la stessa similitudine dell' acqua usata da Gesù nel colloquio con la Samaritana, quando parla della "sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" e nel colloquio con Nicodemo, quando annuncia la necessità di una nuova nascita "dall' acqua e dallo Spirito" per "entrare nel Regno di Dio". La Chiesa, pertanto, istruita dalla parola di Cristo, attingendo all' esperienza della Pentecoste ed alla propria storia apostolica, proclama sin dall' inizio la sua fede nello Spirito Santo come in colui che dà la vita, colui nel quale l' imperscrutabile Dio uno e trino si comunica agli uomini costituendo in essi la sorgente della vita eterna.
Quando era ormai imminente per Gesù Cristo il tempo di lasciare questo mondo, egli annunciò agli apostoli "un altro consolatore". L' evangelista Giovanni, che era presente, scrive che, durante la Cena pasquale precedente il giorno della sua passione e morte, Gesù si rivolse a loro con queste parole: "Qualunque cosa chiederete nel nome mio, io la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio... Io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro consolatore, perché rimanga con voi sempre, lo Spirito di verità". Proprio questo Spirito di verità, Gesù chiama Paraclito - e parákletos vuol dire «consolatore», e anche «intercessore», o «avvocato». E dice che è «un altro» consolatore, il secondo, perché egli stesso, Gesù, è il primo consolatore, essendo il primo portatore e donatore della Buona Novella. Lo Spirito Santo viene dopo di lui e grazie a lui, per continuare nel mondo, mediante la Chiesa, l' opera della Buona Novella di salvezza. Di questa continuazione della sua opera da parte dello Spirito Santo Gesù parla più di una volta durante lo stesso discorso di addio, preparando gli apostoli, riuniti nel Cenacolo, alla sua dipartita, cioè alla sua passione e morte in Croce. Le parole, alle quali faremo qui riferimento, si trovano nel Vangelo di Giovanni, Ognuna di esse aggiunge un certo contenuto nuovo a quell' annuncio e a quella promessa. Al tempo stesso, esse sono intrecciate intimamente tra di loro non solo dalla prospettiva dei medesimi eventi, ma anche dalla prospettiva del mistero del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che forse in nessun passo della Sacra Scrittura trova un' espressione così rilevata come qui.
Poco dopo l' annuncio surriferito Gesù aggiunge: "Ma il consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto". Lo Spirito Santo sarà il consolatore degli apostoli e della Chiesa, sempre presente in mezzo a loro - anche se invisibile - come maestro della medesima Buona Novella che Cristo annunciò. Quell' «insegnerà» e «ricorderà» significa non solo che egli, nel modo a lui proprio, continuerà ad ispirare la divulgazione del Vangelo di salvezza, ma anche che aiuterà a comprendere il giusto significato del contenuto del messaggio di Cristo; che ne assicurerà la continuità ed identità di comprensione in mezzo alle mutevoli condizioni e circostanze. Lo Spirito Santo, dunque, farà sì che nella Chiesa perduri sempre la stessa verità, che gli apostoli hanno udito dal loro Maestro.
Nel trasmettere la Buona Novella, gli apostoli saranno associati in modo speciale allo Spirito Santo. Ecco come continua a parlare Gesù: "Quando verrà il consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio". Gli apostoli sono stati i testimoni diretti, oculari. Essi «hanno udito» e «hanno veduto con i propri occhi», «hanno guardato» e perfino «toccato con le proprie mani» Cristo, come si esprime in un altro passo lo stesso evangelista Giovanni. Questa loro umana, oculare e «storica» testimonianza su Cristo si collega alla testimonianza dello Spirito Santo: «Egli mi renderà testimonianza». Nella testimonianza dello Spirito di verità l' umana testimonianza degli apostoli troverà il supremo sostegno. E in seguito vi troverà anche l' interiore fondamento della sua continuazione tra le generazioni dei discepoli e dei confessori di Cristo, che si susseguiranno nei secoli. Se la suprema e più completa rivelazione di Dio all' umanità è Gesù Cristo stesso, la testimonianza dello Spirito ne ispira, garantisce e convalida la fedele trasmissione nella predicazione e negli scritti apostolici, mentre la testimonianza degli apostoli ne assicura l' espressione umana nella Chiesa e nella storia dell' umanità.
Altre encicliche di Giovanni Paolo II sullo Spirito Santo sono :
· Redemptoris Missio (7 Dicembre 1990):
Lo Spirito Santo protagonista della missione
· Lettera agli Artisti (4 Aprile 1999)
· Christifideles Laici (30 Dicembre 1988):
Templi vivi e santi dello Spirito
Altre encicliche sull’argomento sono :
PAOLO VI
· Ecclesiam Suam (6 agosto 1964)
· Mysterium Fidei (3 settembre 1965)
BENEDETTO XV
· Spiritus Paraclitus (15 Settembre 1920)
LEONE XIII
· Divinum Illud Munus (9 Maggio 1897)
Tutti i documenti possono essere visionati nel sito ufficiale del Vaticano.