Cinque regole d’oro
U.P. Madonna del Lavoro – S. Bartlomeo
Corso di formazione
per catechisti ed educatori
Pregare, vivere, raccontare e spiegare
la Parola
Un aiuto su come comportarsi di fronte alla Scrittura
Coma prendere in mano la Scrittura
Come si fa dunque ad accostarsi alla Bibbia, come si fa ad ascoltarla?
Un atteggiamento: "in religioso ascolto". Cioè, non come davanti ad un altro libro, ma in quell'atteggiamento nel quale ci si mette davanti a Dio, creatore e redentore. È lo stesso atteggiamento con il quale ci mettiamo davanti alla Eucaristia: la Chiesa venera le Divine Scritture come fa per il corpo stesso di Cristo (DV 21). "Atteggiamento religioso" va oltre l'interesse intellettuale, oltre la ricerca di qualcosa che serva a me, per consolarmi o scuotermi o per trattare un dato argomento: atteggiamento religioso vuole dire che davanti al contenuto della Bibbia (e non tanto davanti al libro...) bisogna mettersi in ginocchio, perché in quel testo Dio sta parlandomi. "Atteggiamento religioso" è togliersi i sandali, come Mosè nell'atto di avvicinarsi al roveto che ardeva.
Per fare un cammino: "ascoltando creda, credendo speri, sperando ami". Si ascolta perché in noi nasca la fede, si crede per vivere nella speranza e affidandosi a Dio, affidandoci a Dio possiamo vivere l'amore, la carità. La Bibbia va letta in questa prospettiva: un ascolto che non diventa atto di fede è solo un esercizio intellettuale, una fede che non diventa speranza è un sentimento sterile, una speranza che non si esprime in carità è morta in sé stessa.
Come percorrere questo cammino
Fare attenzione ai senso letterale. La Bibbia è Parola di Dio in parole umane, saltare questo passaggio è come negare l'incarnazione di Gesù, presenza umana di Dio. Quindi la prima cosa da fare prendendo in mano la Bibbia è cercare di capire il senso delle parole umane, del testo. Capire come quel testo è costruito, cosa effettivamente vuole dire, cercare risposte alle parti più oscure servendosi delle note o di semplici commenti. Prima di capire cosa Dio sta dicendo oggi a me con quel testo, devo capire cosa ha voluto dire l'autore del testo nel momento in cui lo ha scritto, perché l'opera dello Spirito Santo sì è inserita in questo processo letterario.
Confrontare un testo biblico con altri testi della Bibbia. Come abbiamo detto, tutta la Bibbia parla di Gesù, traccia un unico cammino di salvezza che ha in Gesù il suo culmine. Il singolo passo, che ci parla sempre del progetto di Dio, si illumina allora man mano che noi lo confrontiamo con altri passi: in particolare, quando leggiamo l'Antico Testamento dobbiamo andare al Nuovo, che spiega il vero senso di quanto in esso è scritto, e quando leggiamo il Nuovo dobbiamo tornare all'Antico, che illumina sempre più a fondo l'opera di Gesù. Per fare questo sono utili i rimandi a margine o in nota presenti nelle migliori bibbie ("Di Gerusalemme o TOB").
Leggere il testo nel contesto ecclesiale e sacramentale. In pratica: non può capire la Bibbia chi non celebra i sacramenti, e particolarmente l'Eucaristia e la Riconciliazione, e la stessa Bibbia rimane un libro sterile per chi non inizia a spendersi e rischiare per Dio e per i fratelli nella carità attiva. È anche limitante leggere la Bibbia "solo da soli" (e non sempre le assemblee liturgiche colmano questo vuoto).
Leggere il testo mossi dalle domande di oggi. È il collegamento Bibbia - giornale. La Bibbia è infatti Parola di Dio e quindi sempre attuale, che ha qualcosa di nuovo da dire alle nuove domande dell'uomo di oggi. Da una parte la Bibbia da delle risposte e delle provocazioni, ci aiuta a capire meglio la nostra vita, ma dall'altra la nostra vita, la nostra cultura, le nostre domande, fanno si che la Bibbia oggi possa dire cose che fino a ieri non ha avuto modo di dire; dice S. Gregorio Magno che la Scrittura "cresce con colui che la legge".
Saper correlare Bibbia e vita. Cioè, ci vuole una tecnica, una metodologia di lettura perché l'approccio alla Bibbia diventi fruttuoso. È vero che il lavoro di far penetrare la Parola di Dio in noi lo fa lo Spirito Santo, ma lo fa anche attraverso noi. Proprio perché parola scritta da uomini e rivolta a uomini, l'approccio con la Bibbia, come l'approccio con ogni cosa della realtà, non può essere casuale, ma deve essere fatto perseguendo un metodo. Si "entra" nella Bibbia attraverso un lavoro graduale, paziente, metodico, costante; una lettura "oggi sì, domani no", "oggi questo, domani quello", "oggi cosi, domani cosà", risulta sterile e ben presto frustrante. Qui entra l'esigenza della LD (Lectio Divina) come metodo per pregare la Scrittura, partendo dall'ascolto per giungere alla preghiera ed alla carità
Come fare la LD
Vi è uno schema classico, rielaborato in diversi modi: quello che presento è uno di questi modi. Suggerisco poi un modo di attuarlo.
0. Invocare lo Spirito Santo, perché è lui l'autore della Scrittura, ed è lui che può donarci di comprenderla.
1. Lettura, o lectio. La prima fase è quella di considerare la Bibbia come una qualsiasi opera letteraria, e quindi di capire cosa dice letteralmente il testo. Possono essere utili le note, leggere il testo nel contesto (il prima ed il dopo), sottolineare i soggetti, o i verbi, vedere cosa dice o fa un protagonista o l'altro, se ci sono, leggere bene le domande che nel testo compaiono, o le affermazioni di Gesù che facilmente sono la "chiave di lettura". Eccezionalmente, dei brevi commenti. Non fermarsi troppo in questa fase, ma non saltarla assolutamente.
2. La meditazione, o meditatio: Se nella lettura entra solo la testa, qui cominciano a lavorare testa e cuore.
Con la testa: cogliere quali sono i valori che il testo presenta, cosa ci dice della figura di Gesù o di Dio o riguardo ad un tema morale, etc... Per fare questo non occorrono molti strumenti: efficace è il confronto del nostro testo con altri testi della Bibbia. In questa fase iniziamo anche a rapportare quello che emerge con la nostra vita ed i temi di attualità.
Con il cuore: cercare di penetrare più a fondo quello che abbiamo percepito essere il "cuore" del testo (una affermazione di Gesù, una parola del testo, un valore che emerge...). Un metodo per fare questo è la Ruminazione: prendere quella frase o parola e cominciare a ripetercela interiormente, lentamente e ripetutamente, per gustarla come si fa con una caramella, perché "esca il sapore".
Anche questa fase non deve prenderci troppo tempo, per non ridurre la LD ad un esercizio della testa o ad una consolazione emotiva, "estatica".
3. La preghiera, o orario, e la contemplazione, o contemplano: Sono due cose che vanno intrecciate; a questo punto è difficile dire quale viene prima e quale dopo, non c'è più un ordine preciso. Da qui in poi l'azione dello Spirito Santo diventa più determinante: o entra in campo lui o non ci si cava nulla.
•La preghiera è il primo, indispensabile, frutto della LD. Se alla fine di lettura e meditazione non si prega, si è lavorato per nulla. La preghiera è la prima risposta che noi diamo alla Parola ricevuta: Dio ci ha mandato la sua Parola, noi, guidati dallo Spirito, rispondiamo con le nostre parole, che a questo punto sono parole guidate da quella Parola di Dio che abbiamo fatto entrare in noi e che generano in noi invocazione, o lode, o lamento...
•La contemplazione è il passare dal "cosa" al "chi". Cioè: se nella meditazione siamo noi, con la nostra testa, che cerchiamo di capire più a fondo cosa la Parola vuole dirci, ora la "fatica" è "solo" quella di lasciar lavorare il più liberamente possibile lo Spirito Santo perché si realizzi in noi l'incontro personale con Cristo. Contemplare vuole dire entrare in quello spazio di silenzio nel quale il Signore si fa presente a noi. Questa è opera dello Spirito, ma è anche opera nostra. È lo Spirito che decide come e quando farsi sentire, ma noi possiamo efficacemente aiutarlo creando nella nostra vita spazi concreti di silenzio, anche prolungato.
In pratica
· La Parola di Dio va "scelta", non ci si può affidare alla propria voglia passeggera. Si fa un programma o si segue il lezionario della Chiesa.
· Ci vogliono almeno 15-20' al giorno, meglio al mattino o alla sera, per fare lettura, meditazione, preghiera. Nel corso della giornata è meglio avere 2' per rileggere il brano almeno una volta.
· È difficile potersi dare ogni giorno uno spazio sufficiente di silenzio, ma si può programmare questo spazio nell'arco della settimana, magari con la lettura del vangelo della domenica. Vanno favorite anche le esperienze di ritiro o deserto, eremo, etc... Questo per predisporre il nostro cuore alla contemplazione, che è opera innanzitutto della Spirito Santo.
· Se abbiamo costanza (da chiedere con insistenza), piano piano la contemplazione si "estende" dai momenti di silenzio ad ambiti sempre più larghi della nostra vita (lavoro, impegno amicizie). Si diventa piano piano dei "contemplativi in azione".
· Il cammino è lungo, ma assai semplice; inoltre non richiede doti particolari, ed i frutti (consolazione, discernimento, deliberazione) sono assicurati dallo Spirito Santo.
Errori nell’uso della Bibbia nella catechesi
La Bibbia come ricettario
La più comune deformazione riguarda l'approccio al contenuto della Scrittura, spesso accostata non con l'obiettivo di far dire alla Bibbia ciò che essa intende comunicare, ma piuttosto utilizzata "a prezzemolo", cioè secondo l'opportunità, in vista di quanto si va trattando. A volte alcuni gruppi o tendenze di spiritualità fanno della Bibbia un luogo in cui andare a cercare la parola, la frase che da risposta ad ogni tipo di interrogativo o di problema. Così la Bibbia non può più annunciare il lieto messaggio dell'amore di Dio, ma diventa un libro che contiene formule magiche per risolvere i problemi di tutti i giorni.
La Bibbia per frammenti
Scelto un brano ad hoc per il tema catechistico che si va trattando, non di rado esso viene sganciato dal suo "ambiente testuale" ed isolato da tutti i riferimenti e gli agganci di cui si nutre la sua corretta comprensione. Così al testo viene imposto di assumere una sua vita autonoma, nella quale la ricerca del significato viene gravemente impoverita e spesso anche fissata in modo troppo rigido o scorretto.
La Bibbia catturata
Ogni accostamento al testo avviene a partire dalla domanda che l'uomo si porta dentro, né si può dare un accostamento neutrale, cioè assolutamente privo di soggettività.
Non di rado nella catechesi si soffre di "povertà ermeneutica", e ciò secondo due forme. Un primo modo consiste in ciò che noi chiamiamo pregiudizio, cioè la lettura nella quale si "è già certi di che cosa il testo voglia comunicare, si fissa il messaggio a partire da quanto già si conosce, non attendendosi, per così dire, nulla di nuovo da esso; ci si esula così dal difficile compito di interrogare, di indagare e dalla scomoda possibilità che il testo mi apra davanti nuove vie forse meno comode da percorrere.
Per fare attenzione al testo: alcuni metodi per iniziare un cammino di interpretazione dei testi biblici
1 - Il processo di straniamente o il "controtesto"
Lettura 'modificata' di Lc 10, 30-37
<<Un uomo saliva da Gerico a Gerusalemme e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso un fariseo saliva per
quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche uno scriba, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un pubblicano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino e gli fasciò le ferite (...). Poi caricatelo sul suo giumento, lo portò in una locanda (...). (...) E disse all'albergatore: Abbi cura di lui (...) fino al mio ritorno>>.
Alcune conclusioni. Il gioco con cui abbiamo trattato questo brano biblico molto conosciuto ci ha aiutati a rinnovare la nostra disponibilità ad avvicinarci ad esso. Attraverso la sua distorsione, lo abbiamo riscoperto nella sua vivacità e nella originalità del suo messaggio.
Riflettiamo un momento sul processo che abbiamo messo in atto per rileggere insieme la parabola del buon samaritano. Si può presentare un testo parabolico cambiando la conclusione; è possibile scrivere una pagina rovesciandone il senso, per esempio con Mt 5,3-10: "Beati i ricchi perché di essi è il regno dei cieli" ecc., "Io vi dico: si può servire a Dio e a mammona" (Mt 7,24), "Io vi dico: il fariseo tornò a casa sua giustificato a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà esaltato, e chi si umilia sarà umiliato" (Lc 18,9-14).
Il grado di contraffazione deve essere proporzionato alla capacità dell'uditorio di percepirla e quindi di rendersi nuovamente attento al testo corretto.
2 - Il confronto sinottico
Mostrare il confronto sinottico della tempesta sedata. Utile per le Beatitudini, il Padre Nostro, l'Ultima Cena, i racconti dell'infanzia di Gesù, i racconti della creazione (Gen 1-2), ecc. Utile per esempio il confronto sinottico delle due parabole sui talenti e le mine in Mt 25,14-30 e Lc 19,11-17.
3 - Il gioco dei personaggi
Un elemento che emerge chiaramente dalla lettura dei Vangeli è la quantità di relazione che Gesù ha durante il suo ministero. Esse sono sostanzialmente di quattro tipi: Gesù e i discepoli, Gesù e gli avversali, Gesù e la folla, Gesù e il Padre. E' molto utile fare attenzione a come ogni personaggio si pone davanti a Gesù per confrontarlo con l'atteggiamento di altri personaggi. Per esempio: che differenza c'è tra la curiosità di Erode e quella di Zaccheo? Tra il servizio di Marta e l'attenzione di Maria? Tra la presunzione del fariseo e l'umiltà del pubblicano? Utilissimo è vedere gli atteggiamenti dei personaggi durante la passione di Gesù.
4 - La narrazione
Nella narrazione l'evento narrato si rende presente nell'oggi e suscita dentro il vissuto concreto di colui che ascolta una nuova prassi, così è quando Gesù narra, "una storia a tre storie" in cui è narrata la storia di Gesù di Nazareth, la storia di colui che narra e la storia di colui che ascolta. "Raccontare, cioè ridire con parole proprie - secondo G. Von Rad - è una forma legittima di interpretazione alla quale non si può rinunciare".
Alcune indicazioni per narrare le parabole:
· Creare le condizioni favorevoli all'ascolto, magari creando un angolo apposta per il racconto;
· Occorre farsi l'orecchio al testo per poterlo narrare rispettando, per quanto è possibile, la forma narrativa originale. Perché il contenuto non è del tutto staccato dalla forma narrative in cui è presentato;
· L'interpretazione del testo originale fatta nella narrazione deve essere comprensibile nel contesto della condizione dell'ascoltatore;
· Si evitino generalizzazioni o astrazioni. Occorre dare maggior forma alle immagini che il testo contiene già, senza voler sapere quello che il racconto ignora e non dice. Eventuali elementi mancanti devono essere lasciati nella loro estraneità. Occorre evitare la cosiddetta "interpretazione anticipativa", moralizzando la narrazione.
· Il racconto non deve essere né troppo prolisso, né troppo conciso. Deve avere un suo ritmo sostenuto, non di corsa, ma neanche dilungarsi nelle parti secondarie. Un buon linguaggio narrativo è scarno, i periodi sono brevi, senza subordinate, senza pronomi che rimandano a cose dette prima. Occorre usare un linguaggio concreto. E' lecito fermarsi, cercare la parola, ripetere, collegare con richiami linguistici. Si racconta abitualmente al passato prossimo, con possibili passaggi al presente, che rinforzano il racconto, evitando invece il passato remoto.
5 - Il dialogo sul testo
Mentre la tecnica della narrazione si presenta certamente idonea per i fanciulli, quella del dialogo sul testo prevede un destinatario più maturo e disponibile ad un intervento attivo. Essa è utilizzabile con i fanciulli a condizione che si tratti di un gruppo ben preparato ed abituato al lavoro di ricerca insieme. Nell'uso di questa tecnica occorre una grande capacità di porre delle appropriate domande-stimolo che tengano conto dell'esperienza di coloro che compongono il gruppo e del contenuto reale del testo in esame. La preparazione pedagogica e biblica assicura la capacità di scegliere opportunamente gli stimoli da offrire. Si tratta in fin dei conti di costruire, attraverso la domanda, un ponte tra la vita dei ragazzi e la Parola di Dio: in tal modo si invitano i presenti a percorrere quello spazio che separa la loro esperienza di vita dall'esperienza di fede dei personaggi biblici. Solo in questo modo il loro vissuto entra in dialogo con l'esperienza di coloro che hanno interpretato nella fede il proprio vissuto personale e comunitario.
6 - La drammatizzazione
Questa tecnica consiste nel rappresentare un brano biblico attraverso parole e gesti davanti ad un pubblico. Il suo valore consiste principalmente nel fatto che essa permette a coloro che lavorano sul testo per riesprimerlo una appropriazione del testo stesso, che viene tolto da quella estraneità in cui troppa spesso "abita" quando viene semplicemente ascoltato. Soprattutto quando un testo è troppo familiare, ma non è interiorizzato (si vedano, ad esempio, alcune tra le più celebri parabole di Gesù, come quella del Buon Samaritano) esso rischia di rimanere muto, privo di significato, e proprio perché già noto, non interessante, non provocante.
La tecnica della drammatizzazione comporta, però, anche difficoltà e rischi.
Anzitutto questa tecnica richiede all'animatore del gruppo di catechesi la capacità di gestire un linguaggio simbolico e rappresentativo allo stesso tempo semplice ed efficace.
7 - Il disegno parlato
Si tratta di una tecnica che unisce insieme la narrazione dell'episodio biblico e la sua raffigurazione tramite un semplice disegno realizzato col gesso sulla lavagna. Esso è molto facile da imparare anche per coloro che non possiedano particolari attitudini artistiche. Si tratta di un disegno estremamente stilizzato e che gioca la sua capacità espressiva su semplici accorgimenti di stile e di colore. Qualsiasi fanciullo, infatti, è immediatamente capace di cogliere, tramite l'immaginazione, le situazioni presentate da un semplice disegno stilizzato e di interpretare il linguaggio dei colori.
Lc 10, 30-37
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».
Is 5, 1-6
Canterò per il mio diletto
il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato scelte viti;
vi aveva costruito in mezzo una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva,
ma essa fece uva selvatica.
Or dunque, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha fatto uva selvatica?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Cinque regole d’oro
· Fai attenzione al senso letterale: perché Dio parla con le nostre parole.
· Confronta sempre il testo biblico con altri testi della Bibbia, perché tutta la Bibbia parla di Gesù, ed ogni libro è spiegato dagli altri libri.
· Leggi il testo nella vita della chiesa: perché la Bibbia è nata nella Chiesa e vive nella Chiesa.
· Leggi il testo lasciandoti provocare dalle domande di oggi: perché Dio ha ancora qualcosa da dire.
· Fa entrare l’ascolto della Bibbia nella tua vita quotidiana: perché i frutti migliori si colgono dove si ha la pazienza di lavorare ogni giorno.
Quindi…
· Lettura, o lectio: è "la scienza", per capire la parola umana.
· La meditazione o meditatio: è la "conoscenza", per entrare nella Parola Divina con la testa ed il cuore.
· La preghiera o oratio: è la nostra prima e timida risposta.
· La contemplazione o contemplatio: è la risposta di Dio.
Invoca lo Spirito Santo
Vieni, Santo Spirito manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Leggi il brano e fallo diventare preghiera (osserva il testo: cosa dice il brano?)
Chi sono i personaggi? Cosa fanno? Cosa dicono? Cosa sì dice di loro?
In quale luogo geografico avviene l'azione? In quale situazione psicologica? In quale punto della narrazione?
Interpreta il testo (cosa vuole dire il brano?)
Cogli il tema principale del brano ed eventualmente altri temi secondari.
Cosa dice questo brano riguardo a chi è Dio, a Gesù, alla chiesa, al cristiano, alla salvezza di ogni uomo?
Prova a dare un titolo al brano.
Applica alla tua vita (cosa vuole dirmi Dio in questo brano?)
In che rapporto sta questa Parola con la mia vita? In che modo Dio mi chiama a crescere?
Quale impegno concreto può nascere da questo brano?
Prega (cosa voglio dire a Dio?)
Loda, per esprimere gratitudine e ringraziamento.
Chiedi la luce e la forza per vivere ciò che Dio ha voluto comunicarti attraverso il testo biblico e per vivere l'impegno che hai pensato.
Alla fine esci dalla preghiera con calma ed in silenzio. Nel concludere puoi pregare con queste parole:
Mi indicherai
il sentiero della vita,
gioia piena
nella tua presenza,
dolcezza senza fine
alla tua destra.
(Sal 15)