Due Aneddoti
L'angelo custode
Fui mandata a lavorare in infermeria, dove solo Dio sa ciò che ho dovuto soffrire, sia a causa Fui mandata a lavorare in infermeria, dove solo Dio sa ciò che ho dovuto soffrire, sia a causa del mio carattere sensibile, sia a causa degli uomini e del demonio, che spesso mi faceva cadere e rompere tutto quanto avevo in mano. Dopodiché mi prendeva in giro, ridendomi talvolta in faccia: « Sciattona! Non combinerai mai niente di buono».
Questo faceva sprofondare il mio spirito in una tristezza e in una prostrazione così profonde, che non sapevo cosa fare, perché spesso mi toglieva la possibilità di parlarne con la nostra superiora, sapendo che l'obbedienza distruggeva tutte le sue forze. Una volta, mi spinse dall'alto di una scala mentre reggevo un braciere pieno di fuoco, e mi ritrovai a terra, senza che il fuoco si fosse spento e senza che mi fossi fatta alcun male, anche se chi mi vide cadere pensò che mi fossi rotta le gambe. Ma io sentivo il mio fedele angelo custode che mi sosteneva e avevo spesso la felicità di godere della sua presenza e di essere rimproverata e corretta da lui.
Una volta, essendomi voluta immischiare a parlar del matrimonio d'una parente, mi mostrò che questo era indegno di un'anima religiosa e mi rimproverò severamente. Disse che, se mi fossi di nuovo immischiata in quel genere di faccende, mi avrebbe nascosto il suo volto. Non poteva sopportare la benché minima immodestia o mancanza di rispetto alla presenza del mio sovrano Maestro, davanti al quale lo vedevo prosternato a terra, e voleva che facessi lo stesso. E io lo facevo il più spesso possibile e non trovavo posizione più dolce a causa delle mie continue sofferenze nel corpo e nello spirito, perché era la più conforme al mio nulla, che mai perdevo di vista. Anzi, me ne sentivo sempre immersa, che fossi nella sofferenza o nella gioia, li dove non riuscivo più a provare alcun piacere.
La guarigione del fratello Giacomo
Sul finire di quel medesimo anno, Giacomo Alacoque, fratello della serva di Dio e parroco di Bois-Sainte-Marie, si ammalò tanto gravemente che tre medici lo avevano dato per spacciato. L'altro fratello, Crisostomo, spedì un messo a Margherita Maria perché pregasse per il fratello moribondo. Essa ricevuta la triste notizia, annunciò che non sarebbe morto e, allontanatasi dal messo, andò a pregare davanti al santissimo Sacramento. Ritornata ilare in volto, confermò che il fratello non sarebbe morto di quella malattia, e in questo senso scrisse anche a quelli di casa sua. Difatti otto giorni dopo era guarito da ogni infermità. Per ottenere la guarigione del fratello, la sorella aveva fatte molte promesse al Signore, il quale le fece sapere che avrebbe concesso la grazia e restituita la sanità, e l'avrebbe fatto santo, purché questi rispondesse ai suoi disegni e alle sue grazie.
All'inizio dell'anno seguente la sorella inviò una lettera al fratello guarito per fargli conoscere quel che aveva promesso a Dio per lui; lasciasse perciò l'attaccamento alle cose terrene, la passione per il gioco d'azzardo e ponesse maggiore impegno nel frenare le passioni. Doveva imparare a sperare tutto dal Sacro Cuore del Signore, che tanto lo prediligeva e voleva che si facesse assolutamente santo. Per questo l'aveva conservato incolume e gli aveva mandato quella malattia per richiamarlo e condurlo più speditamente sulla via della perfezione.
Qual dolore avrebbe recato alla sorella se, non assecondando la volontà di Dio, avesse rifiutato e resi vani e inutili i suoi santi consigli. Se non avesse sacrificato tutto al Signore, per l'avvenire non avrebbe avuto più né pace né serenità. Per ottenere questo avrebbe dovuto faticar molto, ma non gli sarebbero mancate né la grazia di Dio, né la forza, né il soccorso del Sacro Cuore del Signore nostro Gesù Cristo.
Si aprì così la via alla propagazione della devozione al santissimo Cuore di Gesù nella parrocchia di Bois-Sainte-Marie. Crisostomo infatti, provvide a sue spese alla costruzione di una cappella, nella chiesa parrocchiale, dedicata al Sacro Cuore; Giacomo istituì una fondazione perché venisse celebrata in perpetuo una Messa ogni venerdì. Di queste opere, fatte per sua esortazione, Margherita Maria ne ebbe una grande gioia.
Intanto la devozione al divin Cuore di Gesù, per iniziativa e incitamento della serva di Dio andava divulgandosi a Moulins da madre de Soudeilles e a Digione da madre de Saumaise.
La madre Maria Cristina Melin, rieletta superiora, espresse di nuovo il desiderio di riavere per assistente Margherita Maria. Le suore dettero volentieri il loro consenso. La cosa riuscì invece molto gravosa all'interessata, la quale scriveva poco dopo a una sua amica: Confesso d'aver sentito moltissimo, in questa occasione, la mia debolezza e la mancanza di sottomissione. Per sottrarmi infatti all'ufficio sono ricorsa a molte persone; ma tutto è stato vano. Bisogna proprio abbandonare noi stessi e dimenticarci completamente e non desiderare e non aspirare più a nulla per trovare tutto in Dio.
Dalla primo racconto possiamo trarre l’insegnamento di quanto sia utile trattenere la lingua, cioè non cadere in quel peccato che viene chiamato mormorazione. Santa Margherita ci fa sapere che se avesse continuato ad immischiarsi di quella faccenda avrebbe contristato il suo angelo custode che le avrebbe nascosto la sua presenza. Quante volte ci è capitato di aprire la bocca quando sarebbe stato meglio tacere! Da molti santi ci è dato di sapere che questo è un grave peccato e che spesso le anime si perdono a causa di un eccesso in questo senso. E se il nostro angelo custode rifiuta questo atteggiamento, quanto è poco gradito a Dio? Bisogna trattenersi dal parlare e tenersi lontano da coloro che ci invogliano a parlar male. Coltiviamo un atteggiamento silenzio quello che è più gradito a Dio.
Dal secondo aneddoto possiamo tratte un grande insegnamento sulla misericordia di Dio. Non solo il fratello della santa è stato guarito, ma ha anche conosciuto la grazia della conversione! Certo dopo aver cambiato vita non è diventato come l'apostolo san Paolo, ma certamente si è dato da fare per dar testimonianza del suo amore per Gesù. Dal testo sappiamo che Crisostomo fece costruire una cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù e che Giacomo si adoperò per l’istituzione di una fondazione. Possiamo soltanto immaginare quante grazie siano piovute dal cielo dopo quella prima grazia di guarigione-conversione. Non c’è bisogno di compiere imprese straordinarie per la propagazione del regno di Dio, basta semplicemente lasciarsi guidare dalla grazia ed il Signore attraverso di noi e le nostre opere farà meraviglie!