La passione di Gesu’ alla luce degli scritti di Santa Veronica Giuliani
PresentazioneOffriamo ai lettori questo
opuscolo che ha un doppio scopo: offrire materia di riflessione sul dramma e sul
mistero della Passione del Signore e fornire alcune notizie utili alla
comprensione dei fatti e dei personaggi implicati in questo tragico evento.
L'
esposizione utilizza brani evangelici ed, in corrispondenza, il frutto delle
meditazioni vibranti ed appassionate su di esse di Santa Veronica Giuliani. II
frutto spirituale che da questi temi si può ricavare è proporzionato al
desiderio di progredire nelle vie della fede e della grazia che proprio nel
Mistero pasquale di Gesù trovano la loro fonte ed il loro alimento.
"La Chiesa, nel magistero della sua fede e nella testimonianza dei suoi
Santi, non ha mai dimenticato che ogni singolo peccatore è realmente causa e
strumento delle... sofferenze del divino Redentore. Tenendo conto del fatto che
i nostri peccati offendono Cristo stesso, la Chiesa non esita ad imputare ai
cristiani la responsabilità più grave nel supplizio di Gesù, responsabilità
che troppo spesso essi hanno fatto ricadere unicamente sugli Ebrei: E'
chiaro
che più gravemente colpevoli sono coloro che più spesso ricadono nel peccato.
Se infatti le nostre colpe hanno tratto Cristo al supplizio della croce, coloro
che s'
immergono nell'
iniquità crocifiggono nuovamente, per quanto sta in loro,
il Figlio di Dio e lo scherniscono con un delitto ben più grave in loro che non
negli Ebrei. Questi infatti - afferma S. Paolo - non avrebbero crocifisso Gesù
se lo avessero conosciuto come re divino. Noi cristiani, invece, pur confessando
di conoscerlo, di fatto lo rinneghiamo con le nostre opere e leviamo contro di
lui le nostre mani violenti e peccatrici. E neppure i demoni lo crocifissero ma
sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti
nei vizi e nei peccati.
Tutta l'
opera della Redenzione, per Veronica Giuliani, è caratterizzata
dall'
altruismo più completo: "Cristo non pensava a Sé, ma a noi".
L'
insistenza, nei suoi scritti, sulla qualità e quantità delle sofferenze di
Cristo, corrisponde al desiderio di mostrare la sovrabbondanza del Suo amore per
noi. Secondo la spiritualità veronichiana le sofferenze interiori di Cristo
furono superiori a quelle fisiche. AI battezzato, per grazia, è dato di poter
partecipare alla redenzione di Cristo; per cui la sofferenza umana unita a
quella del Redentore acquista un valore salvifico. Veronica Giuliani, nella sua
dottrina, ci fa notare che Cristo non patì solo per la generale
incorrispondenza degli uomini, ma anche per la sofferenza che i "suoi amici
fedeli", avrebbero dovuto soffrire lungo i secoli, nel tempo della Chiesa,
proprio a motivo della loro fedeltà a Lui. La sofferenza umana, redenta
attraverso la Morte e Resurrezione di Cristo, ha acquistato un nuovo e
definitivo significato di salvezza. Essa è stata da Lui santificata e resa
capace di merito: "Non vi è mezzo più efficace - diceva S. Veronica
Giuliani - che il patire per fare perfetta un'
anima... e santificare le
anime". Se Dio ci prova nel dolore, (malattie, incomprensioni, calunnie) è
segno che Egli non solo desidera spronarci verso le più alte vette di santità,
ma che ci ama immensamente "conformandoci all'
Immagine del Figlio Suo"
(Rm 8,29).
La Vergine Santa ci sia Maestra e Guida nella comprensione di una realtà che
tocca molto da vicino ed aiuta a risolvere il grande problema del nostro destino
e della nostra salvezza. In definitiva si tratta di fare nostra la stessa
esperienza di S. Paolo quando afferma: "Completo nella mia carne quello che
manca ai patimenti di Cristo, a favore del Suo Corpo che è la Chiesa" (Col
1,24). Vale a dire associarsi, in linea di espiazione e di amore a Gesù, Capo
del Corpo Mistico di cui siamo le membra.
Mi parve che Iddio mi facesse vedere una bellissima stanza, e che così mi
dicesse: "questa è stanza, dove si imparano gli ammaestramenti divini, per
potere le anime dilette perfezionarsi, e per imparare le vere e più perfette
virtù...". Mi fece capire che detta scuola era la sua SS. Passione (S.
Veronica Giuliani).
1 ° - LA GIUDEA AL TEMPO DI
GESU'
II governatore della Giudea
chiamato procuratore, risiedeva abitualmente a Cesarea, ma durante le solennità
dell'
anno si trasferiva a Gerusalemme nella Fortezza Antonia. Ponzio Pilato fu
il 5° procuratore della Giudea, regnò dal 26 al 36 d.c.; come giudice romano
condannerà Gesù di Nazareth. Il sinedrio, composto da 71 membri compreso il
Sommo Sacerdote, aveva autorità su ogni israelita, sia in campo civile che
religioso, con potere legislativo, giudiziario e penale. Durante l'
epoca di
Cristo, i romani si riservavano il diritto di eseguire o no una sentenza
capitale. Il gran sinedrio era composto:
1) dai Sommi Sacerdoti: da quello in carica, dagli ex Sommi Sacerdoti e da
alcuni membri delle loro famiglie. Gente amante del comodo e dell'
oro;
2) dai Seniori o Anziani: laici ricchi ed influenti;
3) dagli Scribi o Dottori della legge: prevalentemente laici e farisei.
II partito dei sadducei era costituito da famiglie sacerdotali più ricche e
potenti. Da essi venivano scelti i Sommi Sacerdoti. I farisei, diretti
antagonisti dei sadducei, si dedicavano allo studio della Toràh e
all'
osservanza dei 613 precetti. Esperti tra loro erano gli Scribi o Dottori
della legge, ed avevano una grande influenza sul popolo.
Caifa era Sommo Sacerdote e Capo spirituale, civile e militare di tutti gli
Ebrei. Genero di Anna, ex Sommo Sacerdote. Erode Antipa, figlio di Erode il
Grande, per designazione di Cesare Augusto, divenne Tetrarca della Galilea e
Perea. Governò a base di furberie, servilismi ed abili equilibrismi. Disonesto.
Si era unito incestuosamente con Erodiade ed aveva fatto decapitare Giovanni il
Battista.
2° - ALCUNE MOTIVAZIONI CHE
DETERMINARONO LA MORTE DI GESU'
Prima della presentazione dei
vari punti del dramma della Passione e Resurrezione di Cristo è necessario
premettere alcune considerazioni sulle cause che determinarono la morte di
Cristo. II processo civile dinanzi a Pilato fu il punto cruciale di
un'
opposizione che era andata sempre più crescendo durante il suo ministero
pubblico. L'
opposizione di Satana, iniziata prima della sua missione pubblica,
durante la Passione raggiunse il suo culmine. Ma, perchè i capi religiosi di
quel tempo gli furono così ostili? Gesù, con la sua attività missionaria,
stigmatizzò l'
ipocrisia dei capi religiosi dell'
epoca e la malefica attività
personale di Satana contro il piano salvifico di Dio. Egli fu l'
uomo libero che
non si lasciò condizionare dalla società in cui visse. AI nazionalismo
fanatico che vigeva in Israele, il Profeta scomodo, contrappose l'
universalismo
radicale. L'
antica Alleanza trovava compimento nella nuova Alleanza da lui
stesso istituita. II suo comportamento con i peccatori e le prostitute
scandalizzò profondamente i capi religiosi. Il suo atteggiamento dimostrò che
quella emarginazione, imposta in nome di Dio, non era voluta da lui. Gesù
suscitò in Israele uno spirito critico nei confronti dell'
ideologia ufficiale,
apostrofò i capi religiosi come "ciechi" (Mt 23,19) e "guide di
ciechi" (Mt 23,24). Gesù denunciò il culto del tempio non più come
espressione dell'
amore di Dio per il suo popolo, ma come luogo di sfruttamento.
Rimproverò ai farisei il loro legalismo: l'
uomo non è schiavo del precetto ma
il precetto fu dato da Dio per il bene dell'
uomo. Infatti: "il sabato è
stato fatto per l'
uomo e non l'
uomo per il sabato" (Mc 2,27). Gesù,
attraverso I'
annuncio della Sua parola ed i segni che Egli compiva, dimostrò di
essere l'
inviato definitivo del Padre. Ciò, irritò i capi religiosi perchè
per essi era impensabile che il figlio di Giuseppe, il carpentiere, fosse il
Messia-Dio.
3° - LA LAVANDA DEI PIEDI
Prima della festa di Pasqua
Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre,
dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre
cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio
di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle
mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le
vesti e preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò
dell'
acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli ed ad asciugarli
con l'
asciugatoio di cui s'
era cinto (Gv 13,1-5).
Spunti di riflessione
Sapendo: II verbo "sapendo", usato da Giovanni, sottolinea la libertà
con cui il Figlio di Dio affronta la morte. Ora: E'
il momento della
glorificazione che si attua nella Passione e Morte di Cristo.
Passare... al Padre: Gesù, definisce la morte, come un passaggio da questo
mondo al Padre.
Dopo aver amato... li amò: II participio aoristo "agapèsan" (aver
amato) é retrospettivo, abbraccia tutto il tempo passato ossia la sua
predicazione. Il successivo indicativo aoristo (li amò) si riferisce ad un
futuro immediato ossia alla Sua Morte. Sino alla fine, Gr eis telos. Ha valore
intensivo (estremo) e temporale (fino alla morte di croce).
Depose le vesti, Gr tithesin ta himatia é in parallelo con Gv 10,17:
"consegno (tithemi) la mia vita, per poi riprenderla". II verbo
ordinario per "togliersi le vesti" sarebbe stato apotithemi. I
parallelismi mostrano un linguaggio simbolico. Depose le vesti simboleggia il
dono della Sua vita che Egli dà per i suoi amici (Gv 15,13). La lavanda dei
piedi era un servizio che veniva compiuto all'
inizio della cena e non durante.
Ciò mostra, che Gesù, non presta un servizio qualunque ma, attraverso questo
gesto, rivela il fondamento della Sua comunità: dare dignità e libertà agli
uomini fino al dono totale di sè.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Il Signore nel cenacolo si rattristò (molto) per la perdita di Giuda,
come anche nell'
atto tanto umile di lavare gli immondi piedi del traditore, e
che sopra essi spargeva le sue preziosissime lagrime e mandava infuocati sospiri
per compassione di quella povera anima".
"Il Maestro con tanto amore se lo strinse al suo petto, con tal carità
fece ciò per ammollirgli il cuore; ma, in quell'
atto, il perfido Giuda si
stabilì a fargli il tradimento. E ciò fu un dolore sì grande al cuore di Gesù,
che si spezzava di pena; non solo per questo tradimento del suo discepolo, ma
per tutti quelli che gli dovevano fare tutte le altre creature".
Impegno di vita: Se uno vuol essere il primo, sia l'
ultimo di tutti e il servo
di tutti (Mc 9,35). Pater, Ave, Gloria. CANTO
4° - GESU'
SVELA IL
TRADITORE
Gesù si commosse
profondamente e dichiarò: "In verità in verità vi dico: uno di voi mi
tradirà". I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi
parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al
fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Dì, chi è
colui a cui si riferisce?" Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù,
gli disse: "Signore, chi è?". Rispose allora Gesù: "è colui
per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone,
lo prese e lo diede a Giuda Iscoriota, figlio di Simone. E allora, dopo quel
boccone, Satana entrò in lui... Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era
notte (Gv 13,21-27a.30).
Spunti di riflessione
Si commosse profondamente, Gr etarakhthe to pneumati. To pneumati viene aggiunto
al verbo per indicare che l'
agitazione non proviene da una causa esterna. Gesù
vedendo che uno dei suoi si condanna per la sua ostinata scelta, rabbrividisce.
E'
la morte di Giuda che Lo turba interiormente.
Al fianco/accanto a Gesù:"la posizione del discepolo sembra evocare quella
di Gesù in seno al Padre. Gesù è il Figlio Unigenito, rivolto perennemente
verso il seno del Padre, (eis ton kolpon Gv 1,18) mentre Giovanni è adagiato
nel seno di Gesù (en b kolpo) la posizione permanente dell'
amico nel cuore
dell'
Amico divino". Intingerò un boccone: Porgere il boccone ad un
commensale era segno di rispetto.
Intinto il boccone... lo diede a Giuda Iscariota: Gesù pone nelle mani del
traditore la propria vita. Ed era notte: entra nella tenebra. E'
passato al
nemico. L'
amore di Cristo verso il traditore, espresso in questo episodio,
mostra che “amare” non significa solo accogliere e mettersi al servizio
degli altri, ma soprattutto che tale servizio va esteso a tutti senza
discriminazione.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Questo Sommo Bene divenne pallido e mesto nell'
annuncio che fece ai cari
apostoli che uno di loro lo avrebbe tradito... ciò fece rattristare gli
apostoli".
Impegno di vita: Amate i vostri nemici (Lc 6,27). Pater, Ave, Glorio. CANTO
5° - ISTITUZIONE DELL'
EUCARESTIA
Ora mentre essi mangiavano,
Gesù prese il pane e, pronunciata la benedizione, lo spezzò, lo diede ai
discepoli dicendo: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo". Poi
prese il calice e dopo, aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene
tutti, perchè questo è il mio sangue dell'
alleanza, versato per molti, in
remissione dei peccati" (Mt 26,26-28).
Spunti di riflessione
Questo è il mio corpo, Gr touto estin to soma mou. II verbo “estin” (è) è
riferito ad un determinato oggetto e non in senso generico. Questo, cioé il
pane che ha nelle mani ad esclusione di altro pane, è il suo Corpo. E così del
vino. Ciò indica che tra Cristo e quel pane (e vino) c'
è un rapporto reale.
II mio sangue dell'
alleanza, Gr to haima mou tes diathekes.
Tale espressione andrebbe meglio tradotta con “Questo è il Sangue della Mia
Alleanza”. Frase grammaticale soddisfacente secondo lo stile di Mt (cfr
7,24;16,18) "Della Mia Alleanza": è riferito all'
Alleanza che Gesù
ha promulgato nelle beatitudini. Che tale sangue sia di Cristo è chiaro
dall'
espressione: "versato per tutti", allusione al mistero della
croce.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nel fine della sua vita, approssimandosi il tempo della Sua morte, non gli
dava cuore di lasciarci, e trovò un'
invenzione amorosa, per poter sempre
restare con noi, con lasciarci Se stesso per cibo delle anime nostre".
"A nostro pro". “Vera medicina per i nostri mali: se siamo deboli ci
dà forza, se siamo freddi ci riscalda, se siamo afflitti ci consola”.
"Noi accostandoci al fonte e, per dir meglio, al mare immenso del
divinissimo Sacramento, ogni qual volta ci accostiamo con fede, con amore e con
purità, l'
anima nostra si intrinseca in Dio e fa come, per esempio, il pesce in
mezzo al mare. O Dio! Ella sta in mezzo a questo divinissimo mare. Ove si volta,
ove sta, ove si posa, tutto è Dio; e questo Dio arricchisce siffattamente le
anime nostre delle Sue grazie e doni, che ogni comunione fa che l'
anima nostra
faccia sempre passi da gigante nella perfezione". "Il nostro cuore
divien tempio della SS. Trinità".
Impegno di vita: Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno (Gv 6,51). Pater, Ave, Gloria. CANTO
6° - AL GETSEMANI
Uscito se ne andò, come al
solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo,
disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò da
loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi,
allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà".
Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'
angoscia,
pregava più intensamente; ed il Suo sudore diventò come gocce di sangue che
cadevano a terra (Lc 22,39-44).
Spunti di riflessione
In preda all'
angoscia: L'
angoscia di Gesù manifesta non solo il suo stato
d'
animo, ma soprattutto, la rivelazione di un Dio pieno di misericordia e
condiscendenza. Questa angoscia di Gesù, domina tutta la Passione raggiungendo
il culmine in quel grido: Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato? (Mt
27,46).
Il Suo sudore diventò come gocce di sangue: Luca usa il termine thromboi
(coaguli di sangue). Il fenomeno è chiamato ematoidrosi (sudar sangue) a
provocarlo ci vuole una spossatezza fisica, accompagnata da una forte scossa
morale, causata da una profonda emozione. Lo spavento e l'
angoscia terribile di
sentirsi carico di tutti i peccati devono aver schiacciato Gesù.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Giunto che fu il Signore al monte Oliveto, entrando nell'
orto con tre
apostoli diede licenza all'
orrore dei tormenti e della morte, che entrassero
nella Sua innocentissima Umanità; quale subito divenne mestissima, afflitta e
in tristezza di morte... nessun conforto veniva somministrato al Signore,
anzi... Egli, Sommo Bene, compatendo ai suoi cari figli, si allontanò da loro,
acciò non Lo vedessero in tanto dolore". In quell'
ora che Egli
"faceva orazione nell'
orto", "Gli stavano avanti tutti i
patimenti... il calice amaro di tutta la Sua SS. Passione", nel medesimo
tempo, con fare "sacrificio della sua volontà a quella del Suo Eterno
Padre, con tutto che sempre fossero stati uno stesso volere", "si
sacrificò per tutti noi". "In quel punto fu al Suo cuore un dolore sì
grande, vedendo la perfida ostinazione di tutti gli ostinati e quando poco conto
avrebbero fatto del suo preziosissimo sangue. Questo fu il dolore principale che
Egli patì nel Suo interno". Allora "l'
Eterno Suo Padre Gli fece
vedere e sentire in quel punto tutti i patimenti che avevano da patire i suoi
Eletti, le anime Sue più care, cioé quelle che si sarebbero approfittate del
Suo Sangue e di tutti i patimenti. Egli sentì tanto le pene che questi dovevano
patire, che in quel punto", "cadendo con la faccia a terra, entrò in
agonia tale che sudò sangue". "Vedendo il gran frutto che doveva
essere alle anime elette il Suo sangue, lo volle mandar fuori avanti che i
flagelli lo percuotessero". "Questa Sua agonia... l'
ebbe sino allo
spirare che fece in croce... gli si rinnovò in particolare... quando.ebbe il
bacio del tradimento da un suo caro discepolo... quando fu consegnato a quei
giovani, che facessero di Lui ciò che volevano... quando fu così empiamente
(mal)trattato, che le pene e i tormenti che patì non sono noti a creatura
nessuna".
Impegno di vita: Sia fatta la tua volontà (Mt 6,5b). Pater, Ave, Gloria. CANTO
7° - IL BACIO DEL TRADITORE
Mentre egli ancora parlava,
ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei
Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: "Giuda, con un
bacio tradisci il Figlio dell'
uomo?" (Lc 22,47-48)
Spunti di riflessione
In questa pericope, viene ribadito con orrore, che Giuda era uno dei Dodici
ossia uno dei Suoi.
Giuda con un bacio tradisci il Figlio dell'
uomo? E'
l'
ultimo appello del divin
Maestro al cuore dell'
amico infelice. Ma anche quest'
ultimo avvertimento cade
nel vuoto. Misteri del cuore umano, della debolezza umana! Da quel giorno
nessuno vorrà sentirsi chiamare Giuda, anche se molti ne seguono l'
agire...
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Quando... (Gesù) ricevette il bacio del tradimento, fu all'
Umanità SS.
una pena così grande! Non solo per vederSi tradire ora da un Suo discepolo, ma
in quel punto, in quell'
atto ricevette i tradimenti, senza numero, avuti da
anime più beneficate".
"Questo sì che gli (tra)passava il cuore, e sentiva tanta pena, più che
degli oltraggi che Gli facevano". Impegno di vita: Fate del bene a coloro
che vi odiano (Lc 6,28). Pater, Ave, Gloria. CANTO
8° - LA CATTURA
Allora quelli che erano con
lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo
colpire con la spada? "E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e
gli staccò l'
orecchio destro. Lasciate, basta così! E toccandogli l'
orecchio,
lo guarì! Poi disse a coloro che eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi
delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come
contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani
contro di me; ma questa é la vostra ora, è l'
impero delle tenebre" (Lc
22,4953) Spunti di riflessione
Gesù nega ogni tipo di azione che faccia ricorso alle armi, perciò rifiuta
l'
atteggiamento del partito degli zeloti, i quali volevano instaurare il Regno
di Dio con la forza.
E'
l'
impero delle tenebre: è il momento culminante della lotta tra Gesù e
Satana.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Il Signore andò incontro ai suoi nemici con amore sviscerato".
"Ognuno faceva a gara per percuoterlo nella bocca, di dargli pugni negli
occhi, di sputargli in faccia; ed Esso come mansueto agnello, tacendo, soffriva
tutto con amore e per amore". I persecutori... tutti sdegno e furore, Esso
era tutto obbedienza e zelo della loro salute; essi tutti a gara in percuoterlo,
Esso tutto silenzio e carità; essi tutti odio, ed Egli tutto benigno, li mirava
con sguardi amorosi, sopportava tutto con sapienza e sempre intento a fare la
volontà SS. del Suo Eterno Padre. "Quei soldati e turba di gente, (che)
l'
ebbero preso e legato "con corde, ambedue le gambe e braccia e... con
catene nel collo e nella cintura", "fecero sì che quelli che lo
menavano passassero avanti, ed ognuno di essi Gli diedero la percossa, chi con
pugni, chi con urtoni, chi con calci, chi con bastoni, chi tirandogli dei sassi,
chi del fango" "facendo a gara chi poteva percuoterlo più".
“Fu tale che il tormento che ebbe il pietoso Gesù, che fu un miracolo, che
non morisse allora”. Uscito dall'
orto "Lo fecero camminare dentro il
fiume; ed i soldati stavano sopra il ponte di esso e Lo tiravano con corde e
catene, ora in quò, ora in là; ed Esso si feriva tutti i piedi, per quelle
pietre ed altre cose moleste che stavano dentro quella fiumana".
Impegno di vita: Pregate per coloro che vi maltrattano (Lc 6,28). Pater, Ave,
Gloria. CANTO
9° - GESU'
DAVANTI AD ANNA
Condussero (Gesù) prima da
Anna: egli infatti era suocero di Caifa... interrogò Gesù riguardo ai suoi
discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo
apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio... e non ho mai
detto nulla di nascosto. Perchè interroghi me? Interroga quelli che hanno udito
ciò che lo ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto”. Aveva appena
detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù,
dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?" Gli rispose Gesù:
"se ho parlato male, dimostrami dov'
è il male; ma se ho parlato bene perchè
mi percuoti? " (Gv 18,13.19-23).
Spunti di riflessione
Chi diede lo schiaffo/percossa a Gesù? Il Vangelo parla di una guardia. Qualche
Padre della Chiesa, come S. Giovanni Crisostomo e qualche scrittore, Ollivier,
affermano che sia stato Malco (Gv 18,10), immemore ed ingrato dopo la guarigione
ottenuta nell'
orto degli ulivi.
Schiaffo, Gr rapisma indica percossa a mano armata. Non è inverosimile
l'
ipotesi dello schiaffo a mano armata con la "chirotea coriacea", una
specie di guanto durissimo. Gesù veniva colpito sul volto espressione
dell'
intelligenza e della dignità. E'
come annullare l'
onore di una personalità.
Lo schiaffo del servo rappresenta la risposta brutale degli ebrei e dell'
umanità
dinanzi alla Rivelazione di Cristo.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nel primo (tribunale) Gesù patì molto stantechè l'
avevano preso così
furiosamente e con tali strapazzi, che mente umana non può capire. Fra le altre
mie pene, lo patii - disse Gesù a S. Veronica Giuliani - di molto avanti la
porta del palazzo di Anna. Qui mi fecero cadere e, per molte volte, mi batterono
il capo in terra ove dalla Mia bocca uscì molto sangue" (32).
Impegno di vita: Beati voi quando vi insulteranno (Mt 5,11 a). Pater, Ave,
Gloria. CANTO
10° - LA TESTIMONIANZA DI
GESU’ DAVANTI A CAIFA
Allora Anna lo mandò legato
a Caifa, sommo sacerdote (Gv 18,24). II sommo sacerdote gli disse: “Ti
scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se Tu sei il Cristo, il Figlio di
Dio”. Tu l'
hai detto, gli rispose Gesù, anzi lo vi dico: d'
ora innanzi
vedrete il Figlio dell'
uomo seduto alla destra del Padre e venire sulle nubi del
cielo. Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha
bestemmiato!... ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?" E quelli
risposero: “E'
reo di morte”. Allora gli sputarono in faccia e lo
schiaffeggiarono; altri lo bastonavano (Mt 26,63-67).
Spunti di riflessione
Stracciò le vesti. II gesto di stracciarsi le vesti era in Israele segno di
dolore e di lutto (cfr Is 37,1). "Gesù si rivendica la dignità di giudice
universale. Egli aveva sempre occultato la messianità. Ora, per la prima volta,
svela il mistero della Sua persona, che supera la comune attesa giudaica del
Messia, perché si attribuisce una dignità divina, qualificandosi il giudice
escatologico. Ma tale rivelazione più completa della Sua misteriosa identità
comporta per gli avversari un ammonimento. II Messia incompreso ed umiliato,
alla fine dei tempi, sarebbe stato il loro giudice".
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Più tormentato ed afflitto di prima... fu presentato al secondo
tribunale... il Suo divino volto (era) tutto livido, per la percossa che ebbe
dello schiaffo che gli fu dato" “da quella mano di ferro”. "Patì
più nel Suo interno, vedendo la grande ingratitudine di quello che glielo
diede, al quale poco fa aveva fatto beneficio, con risanargli l'
orecchio; e che
ora lo percuoteva così alla traditora".
Impegno di vita: Beati voi quando... mentendo diranno ogni sorte di male contro
di voi per causa mia (Mt 5,11). Pater, Ave, Gloria. CANTO
11 ° - LA PRIGIONIA
Gli uomini che avevano in
custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano:
"Indovina: chi ti ha colpito? "E molti altri insulti dicevano contro
di lui (Lc 22,63-65).
Spunti di riflessione
L'
uso insistente dell'
imperfetto, in questa pericope, vuole esprimere il tempo
prolungato degli oltraggi. E molti altri insulti... esprimono il comportamento
irrispettoso contro l'
Inviato di Dio.
DAGLI SCRITT1 DI SANTA VERONICA GIULIANI
Quando "tutti gli Scribi, i Farisei e i Capi andarono a riposare",
"consegnarono Gesù in mano e potere di gente più barbara, iniqua ed
odiosa vi fosse". “Pare... che negli occhi e nella bocca Santissima di
Gesù vi ponessero cose immonde e gli scarpissero ad uno ad uno con violenza
tutte le palpebre; mettessero dentro agli occhi cose ben pungenti, così dentro
le orecchie. Fu maggiore questa pena che non fu quando gli passavano il capo con
le spine”. Questi giovani “Lo trattarono tanto male e Gli fecero tanti
strapazzi e cose tutte inumane, che Iddio non ha voluto che si sappiano, perché
mente umana non le potrebbe credere. Tutto ciò si saprà nel giorno del
Giudizio”. Impegno di vita: A chi ti percuote sulla guancia porgi anche
l'
altra (Lc 6,29). Pater, Ave, Gloria. CANTO
12° - GESU'
CONSEGNATO A
PILATO
Venuto il mattino, tutti i
sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per
farlo morire. Poi messolo in catene lo condussero e consegnarono al governatore
Pilato (Mt 27,1-2).
Spunti di riflessione
Il processo religioso si concluse con la consegna di Gesù a Pilato. E'
la
consegna del giusto innocente nelle mani dei pagani (cfr Mt 20,19).
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“La sua faccia non pareva più di creatura (uomo), ma era tutta livida da
pugni, da schiaffi, da urtoni che Gli davano, in quel mentre, tutte le genti”.
Impegno di vita: Chiunque ascolta queste Mie parole e non le mette in pratica,
é simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la
pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella
casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande (Mt 7,26-27). Pater, Ave, Gloria.
CANTO
13° - GESU'
DAVANTI AD ERODE
Pilato domandò a (Gesù) se
era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da
Erode... Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo
desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche
miracolo fatto da Lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose
nulla. C'
erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con
insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo
rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato (Lc 23,611).
Spunti di riflessione
Splendida veste/veste sgargiante, Gr lampran. Era un indumento molto
appariscente usato in Oriente, da insigne personalità, in occasioni solenni.
Presso i Romani, la veste bianca simboleggiava aspirazioni alle cariche; presso
i Persiani era riservato agli dei, ma si costumava anche in quei tempi, di far
indossare vesti bianche a dei poveri pazzi. Questo fu l'
intento di Erode, con
quella veste, deriso da tutti, é ricondotto da Pilato.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“Il re Erode lo schernì con tutta la sua corte”. “Oh Dio non posso con le
parole scrivere tutto! Solo dico che non davano tempo al tempo; ma che in un
subito si scaricava sopra di Gesù ogni sorte di tormenti e pene”. "Dopo
che tutti (ebbero percosso e maltrattato, Gli misero quella veste bianca e lo
rimandarono da Pilato".
Impegno di vita: Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso
adulterio con lei nel cuore (Mt 5,28). Pater, Ave, Gloria. CANTO
l4° - PILATO DICHIARA GESU'
INNOCENTE
Pilato riuniti i sommi
sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: “Mi avete portato quest'
uomo come
sobillatore del popolo, ecco l'
ho esaminato davanti a voi ma non ho trovato in
lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate, e neanche Erode, infatti ce l'
ha
rimandato. Ecco Egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo
severamente castigato lo rilascerò” (Lc 23,13-16).
Spunti di riflessione
Pilato, anche se riconosce l'
innocenza di Gesù, consegna Cristo alla volontà
dei Giudei. Luca ci fa comprendere che l'
iniziativa dei Giudei trova complicità
nella politica di Pilato.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Quante percosse ebbe! Sono senza numero. Ognuno lo disprezzava ed,
avendolo percosso, faceva(no) gran festa", "mentre Gli tiravano le
orecchie, lo facevano con tal rabbia, che ne portarono via dei pezzi".
Impegno di vita: Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei
Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che é nei Cieli (Mt 7,21).
Pater, Ave, Gloria. CANTO
15° - LA FLAGELLAZIONE
Pilato fece prendere Gesù e
lo fece flagellare (Gv 19,1).
Spunti di riflessione
Presso gli Ebrei la flagellazione non doveva superare i quaranta colpi di
flagello; come garanzia se ne davano trentanove. Gesù é punito sotto la
giurisdizione romana che non ammetteva limiti. Gesù fu torturato "mediante
una robusta frusta alla cui estremità vi erano code di cuoio, appesantite da
pallottoline di metallo o dotate di punte aguzze di osso, legno duro e schegge
di ferro". Il flagello era uno strumento crudelissimo di tortura. Orazio
definì il flagello: "horribile Ragellum". I romani flagellavano
schiavi, traditori e criminali civili più colpevoli. Spesso la flagellazione
era più orribile della crocifissione. Racconta Cicerone che Verre aveva fatto
subire la "verberatio" al cittadino romano Servilio. Mentre Servilio
parla in tribunale per discolparsi, "sei littori robustissimi ed
espertissimi a battere e percuotere uomini, lo colpivano crudelissimamente con
verghe; alla fine il primo littore Sestio... rovesciato il bastone, cominciò a
pestare con somma veemenza gli occhi al misero. Costui, essendoglisi riempito di
sangue il viso e gli occhi, cadde giù, ma, nonostante tutto, gli si pestarono i
fianchi anche dopo stramazzato, affinché una buona volta dicesse di promettere.
Ridotto in tale stato, per allora fu portato via di là come morto; poco dopo
morì". Così i romani trattavano i propri cittadini. Cosa avranno fatto
per Gesù? Veramente fu un impero di ferocia.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
Gesù, stando legato alla colonna, con quella gran carneficina sopra quel
divinissimo Corpo, quei carnefici diedero con i flagelli un colpo nel capo di
lui e con essi flagelli gli portarono via tutta la palpebra dell'
occhio destro,
cagionandoGli un dolore di spasimo dentro l'
occhio" "Gli portarono
via, in più luoghi, pezzi di carne, in specie, tutta la polpa dei bracci tanto
che si vedeva l'
osso". “Vedi quanto ho fatto per te?". "Lo
tormentava più l'
ingratitudine, che non... i flagelli". "Non erano le
catene né le corde che lo tenevano così legato, ma la volontà del Suo Eterno
Padre, così voleva; e stando legato con questo vincolo d'
amore, uniforme a quel
volere divino, lasciava il suo divinissimo Corpo sotto sì barbara carneficina.
Lo tormentava l'
amore... lo batteva, lo piagava, lo crocifiggeva!".
Impegno di vita: Il corpo non è per l'
impudicizia (1 Cor 6,13). Pater, Ave,
Gloria. CANTO
16° - LA CORONAZIONE DI
SPINE
I soldati intrecciata una
corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di
porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei
giudei!" E Gli davano schiaffi (Gv 19,2-3).
Spunti di riflessione
Le spine usate dai soldati sembra che siano o il giunco marino o il rhamnus
nabeca. Questa calotta di spine, conficcata a colpi di bastone Gli fece perdere
molto sangue. “I soldati proclamano Gesù re per burla, parodiando I'
intronizzazione
dell'
imperatore ma a loro insaputa attuano la regalità del Figlio di Dio,
fattosi uomo... indicata dalla corona di spine, dal manto di porpora e
dall'
acclamazione”. Essere re come Gesù, significa rinunciare ad ogni potere
e dominio e, mettersi al servizio dei fratelli.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“In quel punto che fu coronato di spine”, “se noi l'
avessimo veduto, in
tal patire, saremmo morti di compassione e di dolore, vedendo quel capo coperto
di sangue e tutto passato di spine... Le spine che più lo tormentavano, erano
quelle che Gli passavano per il cervello, gli occhi e tutte le parti più
sensitive ... al pari del dolore esterno, fu più grande quello interno”;
"i persecutori non si saziavano di tormentarlo... Essi con odio, Egli con
amore; essi lo oltraggiavano, con bestemmie ed avvilimenti, ed Egli, con carità
ed amore, pregava il Suo Eterno Padre, per tutti noi"; "vedeva non si
aveva a far conto di un così grande prezzo del suo sangue. Fra questi ingrati
vi ero anch'
io; e gli apportavo più tormento io sola, che non tutte quelle
spine".
Impegno di vita: Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà
esaltato (Lc 14,1 1). Pater, Ave, Gloria. CANTO
17° - LA CONDANNA A MORTE
Pilato cercava di liberarlo;
ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque
infatti si fa re si mette contro Cesare..." Allora lo consegnò loro perché
fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli portando la croce, si avviò
verso il luogo del Cranio detto in ebraico Golgota" (Gv 19,12.16-17).
Spunti di riflessione
Pilato cercava... si mette contro Cesare: appare il dilemma di Pilato, l'
uomo
integrato nel sistema del potere: o mettere in pericolo la propria posizione o
sacrificare l'
uomo. Contro la propria convinzione condanna l'
uomo pur di
mantenere la propria carica.
Egli portando la croce. Gr Kai bastazon heauto ton stauron. Tale espressione
andrebbe tradotta meglio con "ed egli, caricandosi della croce".
Infatti l'
evangelista Giovanni vuole sottolineare la volontarietà della morte
del Cristo: si carica della croce perché ha fretta di manifestare al mondo
l'
amore di Dio per l'
uomo. "Il condannato passava, lungo la via per
arrivare al Calvario, tra due fitte ali di gente che avevano il diritto di
insultarlo, di percuoterlo. Di solito la gentaglia presente buttava per terra,
pestava, trascinava, sputava addosso al condannato. Era anche questa una misura
per accelerare la morte... La sofferenza diventava atroce quando lo buttavano a
terra, gli davano calci... Il tragitto era breve, (la Torre Antonia dal Calvario
distava al massimo 600-700 metri) ma diventava dolorosissimo per il trattamento
bestiale a cui era sottoposta la vittima" (60).
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Quando portò la croce" Gesù sentiva "il dolore... non solo
nella spalla, ma in tutta la vita... nel capo, per la puntura delle spine; nei
bracci, per le legature delle corde; nella schiena, per le percosse e gli urtoni
che gli davano; nella faccia, per i pugni e guanciate che riceveva; nella bocca,
per gli sputi", "polvere", "e sporcizie che vi mettevano;
nelle gambe e nei piedi, per i calci e bastonate che gli davano";
"chiunque farà qualche cosa - disse Gesù a S. Veronica Giuliani - in
memoria di questi patimenti occulti (non conosciuti) gli concederò qual grazia
mi domanderanno". Gesù "non potendo fare un passo, per la pena che
sentiva, riversarono sopra di lui (ogni genere di) percosse... ed Esso, come
mansueto Agnello... in silenzio... (era) solo ansioso di arrivare al Calvario,
per essere ivi crocifisso e morto, per riscatto delle anime nostre".
Durante la "prima caduta che Gesù fece con la croce in spalla, ivi, non vi
era Maria Santissima in persona, era lontana; ma con tutto ciò, in spirito,
vedeva tutto, sentiva in sé tutte le pene del Figlio". Maria "quando
incontrò il suo Figlio Gesù colla croce", (patì molto). “Si
abbracciarono insieme Figlio e Madre; e quei due cuori trafitti, si unirono in
un solo cuore conforme alla divina volontà, e si stabilirono di stare, sino
all'
ultimo respiro, fermi e disposti al decreto divino; uniformi in volere, e
tutti attenti alla nostra redenzione. Maria Santissima é stata coadiutrice al
suo Figlio Santissimo; tutto ciò che faceva il Figlio, lo faceva lei; tutto ciò
che pativa il Figlio lo pativa lei; ma le pene maggiori... erano... quelle che
pativano intimamente nell'
anima e nel cuore. Vedevano le creature tutte e il
poco conto che avrebbero fatto di un prezzo così grande e di tanti meriti
infiniti, e quanti e quanti non volevano prevalersene”. "Stando Gesù con
un peso così grande sulle spalle sue, non poteva fare un passo, e stava in
agonia; perché questa da che l'
ebbe nell'
Orto quando sudò sangue, non gli si
partì mai e stiede sempre, in tutta la sua Passione, in agonia, patendo pene
così atroci, come é descritto da tutti gli Evangelisti. Noi non possiamo
arrivare a penetrare il suo patire". "Nella terza caduta che fece (Gesù),
mentre andava al Calvario, i perversi nemici gli attizzarono addosso i cani, ed
uno di essi, gli fece una ferita mortale in un braccio... che si vedeva
l'
osso".
Impegno di vita: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male (Rm
12,21). Pater, Ave, Gloria. CANTO
18° - SULLA VIA DEL CALVARIO
Lo seguiva una gran folla di
popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù
voltandosi verso le donne disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di
Me ma piangete su voi stesse e sui vostri figli" (Lc 23,2728).
Spunti di riflessione
Le parole di Gesù alle "Figlie di Gerusalemme" svelano il significato
profondo di quello che sta succedendo: nella morte di Gesù si decide il destino
storico del popolo di Dio.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“Quando Santa Veronica (la donna della via crucis), mossa da compassione,
diede a Gesù quell'
asciugatoio, per asciugarsi la faccia... Esso era caduto,
per la terza volta, in terra sotto la croce, e aveva il Suo santissimo volto
tutto coperto di sangue, di polvere, di fango e di sputi. Mentre tutte le
creature correvano chi per curiosità, chi per oltraggiare Gesù, Ella, questa
matrona e serva che stava sulla porta della sua casa per vedere tutto il
successo di tal novità, vedendoLa e dandoLe Egli un'
occhiata, si cavò
l'
asciugatoio (il panno) che aveva in capo, e senza riguardo alcuno, lo porse a
Gesù, perché si riasciugasse il volto. Maria Santissima era ivi, ma incognita,
e nessuna la vedeva (= conosceva). Fu Ella però che riasciugò il volto al
Figlio, e poi rese l'
asciugatoio alla donna la cui anima restò, in quell'
atto
di carità santificata; ed ebbe nelle sue mani la vera effige della faccia di
Gesù, ma molto più nell'
anima Iddio medesimo”. "Quei carnefici gli
levarono la croce di spalla, non per carità, ma perché avevano paura che non
arrivasse vivo al Calvario". "Non era la gravezza del legno, che così
spesso lo faceva cascare, ma bensì, la gravezza delle colpe e delle
ingratitudini di tutto il mondo... O amore grande di Dio! lo, coll'
ingratitudine
lo conducevo alla morte e morte di croce, ed Esso con amore infinito sborsava
tutto il suo sangue per l'
anima mia".
Impegno di vita: Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia (Mt
5,7). Pater, Ave, Gloria. CANTO
19° - LA CROCIFISSIONE
Quando giunsero al luogo
detto il Cranio, là crocifissero Gesù e i due malfattori (Lc 23,33).
Spunti di riflessione
"Non siamo in grado, oggi, di determinare con esattezza le varie
particolarità della crocifissione. Se vi era una tecnica comune, si potevano
avere variazioni arbitrarie in ogni fatto singolo a secondo delle circostanze di
tempo e di luogo... c'
é chi ha sostenuto che il condannato veniva inchiodato
alla croce intera distesa per terra e poi faticosamente elevata. Questa
rappresentazione non é solo popolare ma anche sostenuta da nomi insigni come
sant'
Anselmo... (Altra) tecnica della crocifissione, allo stato attuale delle
conoscenze passiologiche, é la seguente: il condannato portava solo il
patibulum al luogo del supplizio; qui giunto veniva spogliato, e poi confitto
nelle mani sul patibulum, (legno trasversale) collocato a terra. Dopo questa
prima operazione, a mano e con vari attrezzi, il patibulum con il corpo del
condannato veniva sollevato e fissato allo stipite già precedentemente piantato
sul posto; stabilito l'
innesto del patibulum e legato il corpo alla croce si
procedeva all'
inchiodazione dei piedi".
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Arrivato al Calvario, (i carnefici) spogliatolo delle sue vesti, gli
rinnovarono tutte le piaghe, e poi, gli cavarono la corona di spine, e gliela
rimisero con doppio patire". "Patì (molto) quando (i suoi
crocifissori) rivoltarono la croce sossopra per ribattere i chiodi"
"che gli avevano messi nelle mani e piedi". I crocifissori
"misero la croce in quella buca e la calarono giù" "con tale
empietà", "che in quell'
istante si rinnovarono nel corpo di Gesù
tutte le pene. Si strapparono i nervi", e "si riaprirono tutte le
piaghe". "Stando sulla croce, il suo Cuore Santissimo provò tutti i
tormenti che ebbe l'
Umanità Sua, ed anche sentì in sé tutte le pene e i
dolori della Sua Santissima Madre; e tutti quelli che dovevano patire i suoi
Eletti". "Mentre stava sulla croce... il maggior patire che (ebbe fu)
quell'
abbandono interno. Le pene, la croce, i chiodi, erano come delizie al pari
delle pene che pari nel suo interno". "Ebbene che vuoi più di quello
che io faccio per te? Eccomi confitto in questa croce, per tuo amore".
"L'
Umanità Santissima... stava tutta attenta per offrire per noi tutta se
stessa; e con che amore lo faceva! Questo fu tanto ardente, che lo dimostrò in
tutto, specialmente però, pregando il Suo Eterno Padre, perché volesse
perdonare a quelli medesimi carnefici, con scusargli, che non sapevano che cosa
si facessero". "Sotto la croce... (Maria Santissima pari molto) nel
vedere il Suo amato Figlio... pendente in croce. Ella partecipava dei medesimi
tormenti, non per via dei carnefici, come Gesù, ma ... per via di amore e di
dolore ... Il Cuore di Gesù, e il Cuore di Maria stavano ambedue uniti in pena
ed in amore, e si offrivano a Dio Padre, per tutti noi mortali".
Impegno di vita: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i
propri amici (Gv 15,13). Pater, Ave, Gloria. CANTO
20° - IL PERDONO DI GESU’
Gesù diceva: "Padre
perdonali perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).
Spunti di riflessione
Gesù, dalla cattedra della croce, come celebre maestro, insegnò al mondo, in
sette parole, la dottrina più alta del Suo amore. Il termine Gr eleghen
(diceva) indica un'
azione continuata. Mentre veniva crocifisso, Gesù invocava
il perdono del Padre. Perdono esteso agli uomini di tutti i tempi.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella prima parola (Gesù) ci raccomanda la carità verso i nemici".
Impegno di vita: Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro
Celeste perdonerà anche a voi (Mt 6,14). Pater, Ave, Gloria. CANTO
21 ° - LA PROMESSA DI GESU’
In verità ti dico, oggi
sarai con Me in Paradiso (Lc 23,43).
Spunti di riflessione
II peccatore pentito ebbe il privilegio di essere il primo frutto della salvezza
che la croce di Cristo portò al mondo. DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella seconda (parola, ci raccomanda) la misericordia verso i
peccatori".
Impegno di vita: Quelle cose che occhio non vide né orecchio udì né mai
entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1
Cor 2,9). Pater, Ave, Gloria. CANTO
22° - IL DONO DELLA MADRE
Gesù vedendo la Madre, e lì
accanto a Lei il discepolo che Egli amava, disse alla Madre: "Donna, ecco
tuo figlio". Poi al discepolo: "Ecco la tua Madre!" E da quel
momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19,26-27).
Spunti di riflessione
La prese... casa, Gr elaben eis tà idia può significare anche "la prese
con sé" oppure "la prese tra le sue cose più care".
"L'
evangelista utilizza qui uno schema di rivelazione, normalmente composto
dai seguenti elementi principali: la visione di una persona (Gesù vede Maria),
la frase rivelatrice, introdotta dalla particella ecco. Sicché la frase
pronunciata da Gesù: Donna, ecco tuo figlio svela un mistero: Maria diventa qui
la Madre, non soltanto del discepolo prediletto, ma di tutti coloro che egli
rappresenta. In tal senso l'
evangelista riporterebbe una vera rivelazione della
maternità spirituale di Maria che vede radunarsi attorno a sé i suoi
figli".
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella terza (parola, ci raccomanda) la pietà verso i genitori".
Impegno di vita: Accogliete Maria nella vostra vita (Giovanni Paolo II). Pater,
Ave, Gloria. CANTO
23° - LA SETE
Ho sete (Gv 19,28). Spunti di
riflessione Ho sete: Gesù chiede l'
accoglienza della Sua Parola. Dimostra che
il Suo Amore non é stato vinto dall'
odio. Perché l'
uomo non si perda é sempre
aperto al perdono.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella quarta (parola, ci raccomanda) il desiderio della salute dei
prossimi".
Impegno di vita: Chi riconduce un peccatore dalla sua vita di errore, salverà
la sua anima dalla morte (Gc 5,20). Pater, Ave, Gloria. CANTO
24° - L' ABBANDONO
Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46).
Spunti di riflessione
Gesù, l'
abbandonato, si abbandona fiduciosamente nelle mani del Padre. Mistero
d'
Amore.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
Nella quinta parola Gesù "palesò il suo cuore e narrò il suo affanno
avanti alla Maestà divina" e ci raccomanda “l'
orazione nelle
tribolazioni e quando pare che Iddio ci abbia abbandonato”.
Impegno di vita: Chiunque vive e crede in Me, non morrà in eterno (Gv 11,26).
Pater, Ave, Gloria. CANTO
25° - IL COMPIMENTO
Tutto é compiuto (Gv 19,30).
Spunti di riflessione
Con questa parola Gesù dava compimento alla sua grande opera predetta dai
profeti.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella sesta (parola, ci raccomanda) l'
obbedienza e la perseveranza".
Impegno di vita: Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime (Lc
21,19). Pater, Ave, Gloria. CANTO
26° - LA CONSEGNA
Padre nelle tue mani consegno
il Mio spirito (Lc 23,46). "Chinato il capo spiri" (Gv 19,30).
Spunti di riflessione
Chinato il capo: gesto dell'
obbedienza.
Spirò, Gr paredoken tò pneuma: letteralmente corrisponde a "effuse lo
Spirito"; inaugura l'
era dello Spirito Santo al momento della sua
dipartita.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella settima (parola, ci raccomanda) la perfetta rassegnazione a
Dio". "Dall'
altare della croce ci fece intendere lo sviscerato Suo
amore. Esso aveva compito tutto; restava a noi cominciare con l'
Essere che Esso
ci dava".
Impegno di vita: Se moriamo con Cristo, vivremo anche con lui (2 Tim 2,11).
Pater, Ave, Gloria. CANTO
27° - LA SEPOLTURA
Giuseppe, membro del sinedrio
persona buona e giusta... si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo
calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata
nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della
Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con
Gesù dalla Galilea ... osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo
di Gesù (Lc 23,50.52-56).
Spunti di riflessione
Il sepolcro che Giuseppe d'
Arimatea cedette a Gesù distava pochi metri dal
Calvario. "Aveva la solita disposizione interna delle tombe giudaiche: un
atrio, la camera funeraria con il loculo laterale per la salma. L'
atrio e la
camera funeraria comunicavano mediante un vano nella parete mediana, mentre
l'
atrio comunicava con l'
esterno per una porta, che veniva sbarrata con una
grossa pietra circolare, simile ad una gran macina da mulino". Era il
tramonto quando Giuseppe d'
Arimatea si presentò a Pilato per chiedere il corpo
di Gesù. Per seppellire Gesù era a disposizione poco tempo: dal tramonto del
sole al brillare delle tre stelle; in quel giorno 1,4 Nisan il sole a
Gerusalemme tramontava alle ore 18,08; la comparsa della terza stella che
determinava il riposo festivo, avvenne alle 19,08. Avvolsero il corpo di Gesù
in fasce tra gli aromi provvisoriamente e venne deposto nella tomba.
L'
evangelista Luca dice che in quel momento brillarono le tre stelle, insieme
alle lampade della luminaria nelle case di Gerusalemme. Nessuna donna al mondo
ha sofferto come Maria e nessuna é in grado di essere come lei la consolatrice
degli afflitti. Nel dolore di Maria che stringe tra le braccia il Figlio morto
c'
é il dolore di tutte le madri che hanno perso un figlio. Mentre stringeva al
petto il Figlio morto, Ella scandiva ancora una volta quel fiat della volontà
di Dio che aveva dato senso e spessore alla sua vita.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"O amore, quanto poco vi ho amato!... non più peccati. Voglio amarvi
davvero, con l'
amor vostro... per i miei peccati meriterei l'
inferno; ma spero e
confido nella vostra divina misericordia. Abbiate pietà di me". Impegno di
vita: Non fatevi un'
idea troppo alta di voi stessi (Rm 12,16c). Pater, Ave,
Gloria. CANTO
28° - LA RESURREZIONE
Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome, comprarono oli aromatici per andare ad imbalsamare Gesù... dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via il masso all' ingresso del sepolcro? Ma guardando videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro scorsero un giovane... ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non temete. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non é qui" (Mc 16,1-6).Spunti di riflessione
le donne, mentre si recavano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, sono coinvolte in un evento unico, il più straordinario, di tutta la storia umana: la resurrezione di Cristo. La morte di Gesù é la rivelazione piena dell' amore di Dio per l' uomo; é la manifestazione dell' agire di Dio che vince l' odio umano con l' amore. Cristo quindi, possiede la chiave della Vita Eterna. La Sua resurrezione é la garanzia che Egli tornerà personalmente nella gloria per giudicarci.
E' l' avvenimento centrale di tutta la fede cristiana. Senza la resurrezione di Gesù non può essere spiegato il cristianesimo, né la resurrezione morale degli apostoli, né la loro predicazione. Cristo si era proclamato Dio, bisognava che lo provasse.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"La creatura dovrebbe, in un subito, dar principio a vivere per Dio e con Dio, perché noi non siamo creati per noi, ma per Iddio. Tutto il bene che abbiamo, non é nostro; lo abbiamo mediante i meriti di Gesù. Esso ci ha acquistato ogni dono, nel regno celeste del santo Paradiso; e il Suo amore e così grande verso di noi, che non gli basta aver fatto tanto, ma vorrebbe che ciascheduna anima partecipasse in sé le sue pene, i suoi tormenti, la sua croce, i suoi flagelli, non per altro, se non perché essa fosse una medesima cosa con Essolui; non solo per la partecipazione di frutti, ma anche delle medesime virtù che essa Umanità praticò nel tempo di essa (Passione)": "l' umiltà, la carità, la rassegnazione alla volontà del Suo Eterno Padre, il silenzio, fra tante ingiurie ed opposizione; la benignità, fra tanti oltraggi; la mansuetudine, fra tanti flagelli e tormenti e la orazione fervente, per i propri crocifissori. Fra croci, fra tormenti, fra pene e morte, altro pensiero non aveva l' Umanità Santissima, che la salute delle anime; e che si adempisse il volere del Suo Eterno Padre, per venire al compimento della redenzione; con finire sulla croce la propria vita, per dare vita a noi". Impegno di vita: State sempre lieti (1 Tess 5,6). Pater, Ave, Gloria. CANTO